LA POSTURA PERFETTA ESISTE?
LA POSTURA PERFETTA ESISTE?
Siccome spesso mi
viene chiesto quale sia la postura perfetta oggi affrontiamo questa tematica. Premettendo
che la perfezione non è di questo mondo, cominciamo con il definire la
“postura”!
Molto semplicemente la
postura è la posizione del nostro corpo nello spazio. La postura può essere: in
stazione eretta con due piedi appoggiati (bipodalica) o con un solo piede in
appoggio (monopodalica), da seduto, in decubito prono (a pancia in giù) o in
decubito supino (a pancia in su) o laterale (su un fianco).
La postura è il
risultato dell’interazione dinamica di due gruppi di forze: la forza di gravità
ambientale da una parte e la forza dell’individuo dall’altra. La postura,
dunque, non è altro che l’espressione formale dell’equilibrio di potenza
esistente in qualunque momento tra questi due gruppi di forze.
La postura è definita
come la distribuzione della massa corporea in relazione alla gravità su una
base d’appoggio. La forza di gravità è un fattore fondamentale e necessario per
la postura, ma per una postura ideale è ancora più importante il centro di
gravità, ovvero un punto teorico intorno al quale il nostro corpo è in
equilibrio in ogni direzione, in ogni momento.
Se hai sempre pensato
che solamente il movimento richieda uno sforzo attivo da parte dei tuoi muscoli
ti sbagli! Qualunque postura tu assuma nell’arco della giornata, che essa sia
seduta o in piedi, non è un’azione passiva, anzi! I tuoi muscoli posturali antigravitari stanno lavorando attivamente!!
Per farti capire meglio
quanto sia importante il centro di gravità per la nostra postura ti chiedo di erigerti
in piedi spostando le braccia dai fianchi in una posizione orizzontale davanti
al corpo: in questo modo stai spostando parte della tua massa corporea ed anche
il centro di gravità. Per evitare di cadere in avanti vengono attivati dei
meccanismi omeostatici dinamici per alterare la postura totale del corpo dalla
punta dei piedi fino alla testa. La postura che ne deriva spesso presenterà un
aumento delle curve in alcune aree della spina dorsale e richiederà forza da
diversi muscoli per essere mantenuta.
Ora immagina di
mantenere la stessa posizione per diverse ore, oppure di camminare e svolgere
le tue attività con le braccia flesse in avanti. Quante energie stanno spendendo
i tuoi muscoli posteriori della schiena per mantenere questa posizione?
Tantissime!! A fine giornata ti assicuro non solo arriverai stanco fisicamente
parlando, ma basterà un movimento diverso dal solito o uno stressor aggiuntivo
per mettere in crisi la tua colonna. Perché? Perché i tuoi muscoli lavorano
tanto e male
.
La postura di una
persona fornisce un’enorme quantità di informazioni su quella persona. Se e
come il soggetto decompensa in base allo stress continuo gravitazionale
permette di capire molto bene le riserve omeostatiche della persona.
Quante energie sta
spendendo il tuo corpo per mantenere quella postura?
L’incapacità del corpo
di allinearsi in maniera ottimale rispetto al suo centro di gravità provoca lo
stress dei tessuti molli sensibili al dolore e alle articolazioni che non sono
adatte per la funzione diretta di sostegno del peso. Cambiamenti strutturali,
maggiore necessità di energia e dolore derivano dalla difficoltà del nostro
corpo di mantenere l’equilibrio richiedendo, per farlo, un maggior dispendio
energetico!
“Ma se mi hai detto
che la perfezione non è di questo mondo, che postura devo ricercare?”
La tua postura
ottimale!!
Tecnicamente parlando
la postura ottimale per uno specifico individuo è la configurazione equilibrata
del corpo rispetto alla gravità.
L’allineamento
posturale ottimale in piedi coinvolge l’intero corpo e dipende, in parte,
dall’equilibrio delle strutture regionali tra cui le curve cervicale, lombare,
e toracica sotto l’influenza della gravità; dipende anche dall’arco normale dei
piedi, dall’allineamento verticale delle caviglie e dall’orientamento
orizzontale (sul piano coronale) del coccige.
La presenza della
postura ottimale o ideale indica che c’è una perfetta distribuzione della massa
corporea intorno al centro di gravità che, per semplicità, si identifica nella
postura eretta di un adulto al centro della terza vertebra lombare. In questa
situazione il consumo di energia da parte dei muscoli posturali è minimo.
Tuttavia, fattori
strutturali o funzionali spesso impediscono il raggiungimento ed il
mantenimento della postura ottimale o ideale. Quando avviene questo, i
meccanismi omeostatici manifestano schemi compensatori nel tentativo di fornire
la massima funzione posturale data la struttura esistente dell’individuo. La
compensazione è il controbilanciamento di eventuali difetti di struttura o
funzione.
I processi genetici,
traumatici e abituali che richiedono compensazione si accumulano e creano un
ambiente in cui pochi individui hanno una postura ideale. Le posture
compensatorie non sono posture ideali, tuttavia sono il risultato di diversi
meccanismi omeostatici integrati che lavorano in tutto il corpo per ottenere il
massimo delle funzioni. Se non sono eccessivamente accentuate molte posture
compensatorie rimarranno asintomatiche, ma al di là del sintomo, la domanda da
porsi è sempre la stessa “Quante energie sta spendendo il tuo corpo per
affrontare la quotidianità?”
La decompensazione posturale si verifica quando i
meccanismi omeostatici di un individuo sono sopraffatti o quando il grado di
cambiamento patologico diventa strutturalmente incapace di resistere alla forza
gravitazionale.
Devi sapere che le
influenze sulla tua postura cominciano già con le forze già nell’utero materno.
Poi dalla nascita, durante il processo di crescita fino alla vecchiaia, le
strutture e le funzioni dei tessuti molli influenzano e sono influenzate dalle
richieste funzionali cumulative necessarie alla compensazione posturale.
Il risultato è che:
·
ogni persona compenserà progressivamente in modo
diverso, in parte a seconda dei propri fattori di rischio intrinseci ed
estrinseci;
·
le preferenze e gli schemi posturali si
conformeranno all’interno della risultante struttura di tessuti connettivi;
·
le strutture neuro-muscolo-scheletriche si
rimodelleranno per riflettere le esigenze funzionali a loro richieste;
·
la capacità funzionale sarà limitata da una
struttura non ideale.
Si può prevedere chi è
più soggetto alla decompensazione?
In linea di massima
sì. Sebbene la forza gravitazionale sia universale, alcuni individui appaiono
meno capaci di fare resistenza agli effetti gravitazionali rispetto ad altri.
La presenza di una serie di condizioni anatomiche, congenite, e acquisite può
stressare i meccanismi compensatori posturali o accelerare i segni ed i sintomi
della decompensazione. Pertanto, le esigenze posturali funzionali croniche
avvieranno e accelereranno i cambiamenti strutturali. Questo è il classico
esempio della reciprocità delle interrelazioni struttura-funzione.
I pazienti con fattori
di predisposizione intrinseci o estrinseci saranno ad altro rischio di
decompensazione strutturale.
Tra i fattori intriseci identifichiamo:
·
età (fattori intrinseci relativa alla debolezza
muscolare, elasticità fasciale, massa ossea ecc);
·
integrità o risposte alterate da parte dei tessuti
molli antigravitari (sindrome da ipermobilità sistemica, vari problemi dei
tessuti connettivi, distrofia muscolare ecc);
·
strutture antigravitarie ossee incompetenti
(spondilolisi o spondilolistesi ecc);
·
scarsa salute dei tessuti (dovuta a cattiva
nutrizione, inattività con conseguente perdita di tono, malattie del
metabolismo ecc).
Tra gli esempi di
fattori intrinseci che
aumentano l’asimmetria nel corpo e quindi amplificano il lavoro dei meccanismi
compensatori posturali ritroviamo:
·
base di appoggio alterata (piede piatto
monolaterale, indossare scarpe con tacchi alti o consumati, andatura
disfunzionale a causa di distorsioni alle caviglie, una gamba più corta
dell’altra);
·
cambiamenti delle condizioni del corpo (gravidanza,
obesità, ecc);
·
asimmetrie ossee congenite (emibacino piccolo,
vertebre incuneate);
·
fattori ergonomi associati con cattive abitudini
posturali da seduti o in piedi;
·
posture faticose richieste da alcuni ambienti
lavorativi e attività ricreative quali ginnastica o il trasporto di oggetti
pesanti.
I fattori estrinseci che influiscono
maggiormente sulla nostra postura sono i macrotraumi o i ricorrenti microtraumi
che danneggiano la stabilità muscolare, legamentosa o ossea della spina dorsale.
Quando abbiamo sintomi
fisici di dolorabilità e affaticabilità vuol dire che il nostro sistema è già
saturo di compensi e ci sta chiedendo di trovare un nuovo equilibrio.
Il nostro corpo è alla
ricerca di un miglior centro di gravità per resistere e dissipare le forze
gravitazionali.
Il nostro sistema ci
sta chiedendo una soluzione alternativa che ci permetta di esprimere al meglio
le nostre potenzialità.
E tu pensi che la tua postura abbia un ruolo
primario nei disturbi e/o dolori da te lamentati?
Pensi che la tua postura limiti le tue prestazioni
lavorative/sportive nel quotidiano?
Pensi che la tua postura sia un potenziale fattore
di rischio per disturbi e/o patologie future?
Se la risposta a queste domande è affermativa,
dobbiamo rivedere qualcosa!! Io voglio e
posso aiutarti!
Non esitare a scrivermi all’email giuliasollima.osteopata@gmail.com o a contattarmi
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#HANDFORLIFE
Giulia Sollima D.O.
REFERENCES
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M, McClure CW. Backaches, postural decline, aging and gravity-strain. Abstract
delivered at the New York Academy of General Practice. New York, NY, October
17, 1963.
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