ATTIVITA' FISICA E OMEGA-3 PER LA SALUTE DEL TUO CERVELLO
E’ POSSIBILE PROTEGGERE IL CERVELLO DALL’INVECCHIAMENTO?
Secondo gli antichi, l’Invecchiamento è la perdita progressiva, continua e irreversibile
della “forza vitale” che si accompagna alla perdita delle capacità di adattamento
all'ambiente e alla diminuita sopravvivenza o, inversamente, un
progressivo aumento del rischio di mortalità.
Si tratta di un processo che, volente o nolente, riguarda tutti, nessuno
escluso e se da un lato non possiamo che alzare le mani, dall’altro non ci
resta che rimboccarci le maniche per vivere la vecchiaia che ci spetta.
Perché ti dico questo?
Perché un conto è invecchiare, un altro conto è
invecchiare bene. Se sai già come voler invecchiare è bene che tu sappia che
non basta volerlo, bisogna anche impegnarsi quotidianamente. A partire da ora.
Le tue scelte oggi contribuiscono a come vivrai domani.
Come posso intervenire sul mio futuro oggi? A partire dalle abitudini. Sono convinta che la
Consapevolezza sia la Chiave per tutte le porte: per questo motivo non mi
limiterò a dirti cosa è bene fare, piuttosto intendo spiegarti il perché.
Solitamente si consiglia attività fisica e una
buona alimentazione, ma sai perché?
Quello che intendo fare oggi è renderti Consapevole, dunque Responsabile delle tue Scelte, quelle che
diventeranno le tue Abitudini, le accompagnatrici del tuo processo di invecchiamento.
Saprai già che una regolare attività fisica, se
accompagnata ad una varia e salutare alimentazione, ha molteplici risvolti
positivi sul nostro organismo.
Ricordiamo
- Miglioramento dell’apparato circolatorio
- Regolarizzazione dei livelli di trigliceridi e colesterolo
- Apparato muscolo-scheletrico più forte con incremento di massa muscolare e ossea
- Miglioramento del metabolismo non tanto in termini di dispendio energetico, piuttosto metabolismo nel suo mero significato: complesso di reazioni biochimiche di sintesi (anabolismo) e di degradazione (catabolismo), che si svolgono in ogni organismo vivente e che ne determinano l'accrescimento, il rinnovamento, il mantenimento.
Questi sono i motivi per cui il medico
tendenzialmente consiglia attività fisica ed una buona alimentazione. In
un’ottica di prevenzione, e non solamente di cura, l’obiettivo del medico è
tenerci lontani da potenziali rischi futuri.
Le rughe, le performances fisiche che diminuiscono,
gli acciacchi che aumentano ed il fisico che si modifica a discapito della
massa muscolare sono fattori con cui dovremo confrontarci prima o poi.
L’invecchiamento però riguarda anche il nostro
cervello. Mi preme, dunque, avvisarti che oggi la mia attenzione verterà sull’invecchiamento
del cervello più
che sul decadimento fisico.
Quante volte ti sei sentito dire o probabilmente tu
stesso ti sei raccontato “è troppo tardi, dovevo pensarci quando ero più giovane”?
Se stai leggendo quest’articolo e sei convinto che
il rinnovo neuronale non sia possibile, ti invito a leggere fino in fondo.
Voglio che sia proprio tu a trarre le conclusioni e ti invito a contattarmi
personalmente qualora i dubbi permanessero, affronteremo la questione insieme!!
Andiamo indietro nel tempo…
Le scoperte innovative sul Sistema Nervoso
risalgono a poco più di cent’anni fa quando vigeva la Dottrina del Neurone: il
tessuto Nervoso non si rinnova. In diversi manuali di Istologia è ancor oggi
possibile leggere che “i neuroni sono cellule perenni che, esaurita la fase di
sviluppo embrionale, non si rinnovano e durano tutta la vita dell’organismo”.
La Dottrina del Neurone venne, però, ribaltata sul
finire del secolo scorso quando si infittirono le indagini sull’esistenza di cellule neoformate nel cervello Adulto
del topo, della scimmia ed anche dell’Uomo. Si tratta di un fenomeno, accertato
solo nel 1994, conosciuto come Neurogenesi Adulta. È stato dunque scoperto che
alcuni neuroni vengono continuamente generati, ma solo in due piccole aree
cerebrali: la zona Sottoventricolare e la zona Sottogranulare. In entrambe le
zone, le cellule neogenerate vanno a sostituire dei neuroni morti.
In particolare, le cellule generate nella zona
Sottoventricolare migrano fino al bulbo olfattivo per elaborare gli stimoli
olfattivi; le cellule generate nella zona Sottogranulare sono implicate nella
memoria e nell’apprendimento. Queste due aree e le rispettive funzioni sono le
uniche ad essere implicate nel rinnovo
delle cellule neuronali.
E le malattie Neurodegenerative? In questi casi,
purtroppo, i neuroni persi non possono essere rimpiazzati spontaneamente poiché
le aree colpite sono differenti e le cellule neoformate nelle aree
precedentemente descritte non sono in grado di sostituire altri neuroni
degenerati.
Ma allora com’è possibile questo fenomeno? Senza entrare troppo
nello specifico, nelle due aree neurogeniche esistono cellule staminali in
grado di auto-rinnovarsi e di generare progenitori neurali. Insomma queste
cellule pare siano la fonte della giovinezza del cervello, da trattare con
cura.
Come facciamo a prendercene cura? Ecco che torniamo
all’attività fisica e alimentazione, ma prima diamo una panoramica veloce ai
fattori stimolanti le staminali cerebrali. Tra questi ritroviamo l’attività
fisica, l’attività individuale, le relazioni sociali soddisfacenti, il DHEA
(ormone prodotto dalla corteccia surrenale ma anche dal cervello), l’ IGF-1
(fattore di crescita insulino-simile prodotto anche dai neuroni), il BDNF
(fattore nervoso di derivazione cerebrale), la Serotonina e l’ Omega 3 a catena
lunga.
Se ti dicessi che durante l’attività fisica non
solo alleni i tuoi muscoli ma anche il tuo cervello ci crederesti?
Credimi, sono anni che la scienza documenta che
l’attività fisica, soprattutto di tipo aerobico, ha un’azione neuroprotettrice.
Più recentemente è stato scoperto come l’esercizio
fisico, non solo rafforzi le difese immunitarie, ma sia strettamente coinvolto
nel controllo delle risposte infiammatorie del sistema nervoso centrale. La
neuroinfiammazione nel cervello è causata e/o alimentata da differenti stimoli
nocivi, come infezioni batteriche, stress, l’età che avanza e le mutazioni
genetiche. L’attività fisica, però, può contribuire a contrastare questi
processi infiammatori migliorando le risposte avverse.
Attraverso studi sperimentali, infatti, è stato
dimostrato che due settimane di attività fisica proteggono i neuroni
dell’ippocampo (area deputata alla memoria e all’apprendimento) dall’apoptosi
(morte cellulare) causata dall’iniezione di una sostanza tossica selettiva
chiamata Trimetiltina. Lo studio è stato svolto su due sole settimane,
immaginate che potere può avere un’abitudine sul lungo periodo.
Inoltre, alcuni ricercatori hanno ritrovato
nell’ippocampo di chi svolgeva attività fisica un forte incremento dell’Interleuchina 6 (IL-6).
Apriamo una piccola
parentesi per avere le idee più chiare. L’IL-6 è una proteina naturalmente prodotta
dall’uomo che generalmente ha un ruolo pro-infiammatorio (induce la risposta
infiammatoria) ma anche antiinfiammatoria, a seconda del contesto.
A noi interessa la sua azione anti-infiammatoria legata all’attività fisica. Cosa succede?
L’attività fisica regolare induce un aumento di IL-6
che, a sua volta, inibisce l’attivazione del TNF- alfa (fattore di necrosi
tumorale) dal cui segnale parte la cascata infiammatoria.
È bene, comunque, ricordare che in un contesto
fortemente impregnato dal TNF-alfa e quindi in un contesto di infiammazione
pregressa, l’incremento di IL-6 risulta essere benzina sul fuoco.
È chiaro che l’IL-6 sia Double-Face: pro e
anti-infiamatoria. Ma la notizia positiva
è che l’attività fisica non fa altro che indurre l’Interleuchina 6 a mostrare
il suo lato migliore.
Proseguendo…
Voi tutti vi sarete accorti della sensazione di
benessere che subentra dopo aver svolto esercizio fisico, difatti è proprio
questo un altro meccanismo intracerebrale. L’ attività fisica regolare va a
comandare e modulare la produzione di tutte quelle sostanze alla base dei
farmaci anti-depressivi. Tra queste sono note la Serotonina, la Dopamina, il
Glutammato e Oppioidi Endogeni: tutti ormoni fondamentali per il nostro
cervello.
Ma non è finita qui!!
Un altro studio svolto dal Laboratorio di Neuroendocrinologia
a Madrid dimostra che durante l’esercizio fisico si realizza un aumentato
assorbimento di IGF-1 (fattore di crescita
insulino-simile di tipo 1) circolante nel cervello e di Anandamide.
Cerchiamo di capire che ruolo svolgono queste due
sostanze all’interno del nostro organismo.
Il primo è un ormone che, insieme al GH, è
coinvolto nel normale sviluppo e crescita dei tessuti e delle ossa. È
fondamentale per immagazzinare i ricordi e farli rimanere più a lungo
stimolando le connessioni tra i neuroni: migliora la nostra memoria!
Il secondo è un mediatore lipidico comunemente noto
come ‘endocannabinoide’. L’Anandamide, la cui radice ‘Ananda’ in sanscrito
significa ‘felicità interiore’, si lega al recettore cerebrale CB1 (lo stesso
recettore a cui si lega la Marijuana) mimando gli effetti dei composti
psicoattivi della Cannabis. Per di più, quest’ultimo sistema si attiva anche
dopo mezz’ora di esercizio fisico nelle persone anziane.
Ora passiamo ad uno degli ultimi fattori stimolanti
la neurogenesi, ovvero il BDNF. Il suo acronimo indica il fattore nervoso di
derivazione cerebrale che è una neurotrofina essenziale per la sopravvivenza,
lo sviluppo e la funzione dei nostri neuroni. I suoi effetti neurotrofico e
neuroprotettivo portano il BDNF ad essere al centro della ricerca per le sue
importanti applicazioni nella terapia dei danni neurologici da eventi acuti
(ictus) o degenerativi.
L’attività fisica, anche qui, risulta vantaggiosa
in quanto induce la sua disponibilità cerebrale. Effetto? Aumento della plasticità cerebrale, ovvero la
capacità del cervello di creare nuove connessioni neuronali (sinapsi),
soprattutto nell’area ippocampale (memoria e apprendimento). Inoltre,
l’importanza della plasticità cerebrale risiede nell’adattamento: la capacità
del cervello di modificare la propria struttura e le proprie funzionalità è
fondamentale per adattarci allo stress, ovvero agli stimoli provenienti
dall’ambiente esterno.
Infine, vi ricordo che l’attività fisica regolare
ha risvolti positivi anche sul sonno che è il principale regolatore della
nostra salute fisica e mentale. L’esercizio fisico regolare, infatti, diminuendo
il tempo necessario per addormentarsi incrementa il tempo totale di sonno,
migliora la qualità aumentando le fasi 3 e 4, quelle del sonno profondo, a sua
volta legato alla produzione di ormoni fondamentali per i processi anabolici,
ovvero di sintesi, di ricostruzione e rinnovo cellulare.
Siamo ancora sicuri che l’attività fisica non abbia
risvolti positivi anche sul nostro cervello?
Ma voglio darti un’ulteriore informazione riguardo la
salute dei tuoi neuroni e della tua memoria cosicchè tu possa avere delle
accortezze anche sull’alimentazione. Avrai spesso sentito parlare
dell’importanza della varietà, dei legumi e delle verdure, ma non è mia
intenzione, tantomeno competenza stilare diete per cui ti parlerò
dell’importanza dei grassi, in particolare DHA della serie omega-3.
Ricerche recenti hanno dimostrato che un’adeguata
presenza di omega-3 nel cervello ha effetti antidepressivi e di stimolo della
neurogenesi. Gli acidi grassi omega-3 sono potenti antiinfiammatori e, tra i
grassi buoni, sono considerati i più importanti. Questa tipologia di grassi si
ritrova soprattutto in pesci grassi tipici delle acque fredde come salmone, sgombro, sardine, aringhe,
tonno e alici (pesce azzurro) e ancor di più nell’olio ricavato da questi
pesci. Ti ricordo però
che la quantità di omega 3 contenuta negli animali dipende anche dalla
tipologia di allevamento; i mangimi, ad esempio, riducono la produzione i
omega-3 da parte dell’animale.
Solitamente si pensa all’attività fisica e all’alimentazione
come mezzi necessari per perdere quei chiletti di troppo che ci vediamo
addosso, ma i benefici delle nostre abitudine vanno ben oltre ciò che possiamo
vedere, vanno ben oltre il nostro fisico.
I benefici delle tue buone abitudini
ti accompagneranno anche quando ti dimenticherai il motivo per cui hai iniziato
a intraprendere un certo stile di vita.
Spero di averti dato una delucidazione riguardo
certi aspetti, a volte trascurati e ti invito a riconsiderare l’attività fisica
e l’alimentazione come dei booster per il tuo cervello, non solo per il tuo
fisico.
Non è mai troppo tardi per iniziare a stimolare la
propria Neurogenesi, tu che aspetti?
Giulia Sollima D.O.
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