LA TAVOLA DI OKINAWA
GLI ABITANTI DI OKINAWA… COSA CI INSEGNANO?
L’isola di Okinawa fa parte di un arcipelago che si
trova nell’Oceano Pacifico, a sud del Giappone ed è diventata in effetti
famosa per la longevità dei suoi abitanti.
Perché ti parlo degli Okinawesi? Sono abitanti
centenari, cinque volte più numerosi di qualunque altra regione al mondo e non
è tutto… gli Okinawesi invecchiano pure bene, la maggior parte di loro infatti
è indipendente ed in buona salute fino alla soglia dei 100 anni.
Diverse ricerche scientifiche si sono imbattute su
questo “caso” da manuale, cercando di estrapolare, se c’è, la “formula magica”
degli isolani. In maggioranza, gli studiosi ritengono che il fenomeno si debba
ascrivere all’alimentazione, infatti non stupisce che le abitudini alimentari
dei suoi abitanti siano divenute nel tempo oggetto di ricerca.
I dati parlano chiaro: le malattie cardiovascolari,
nella popolazione di Okinawa, sono ridotte dell’80% rispetto agli Stati Uniti,
i tumori sono il 40% in meno, perfino l’osteoporosi è inferiore al resto del
mondo. I livelli di colesterolo sono in genere bassi e il danno da radicali
liberi è circa la metà rispetto a quello riscontrato nei settantenni di altre
nazionalità. In più, negli Stati Uniti e in Giappone il rischio di sviluppare
demenza diventa piuttosto alto a partire dagli ottanta anni, mentre a Okinawa
l’aumento dell’insorgenza è molto contenuto.
La cultura alimentare
di Okinawa si fonda su 3 principi:
– Nuchi gusui: “cibo medicina”. La cura a molte condizioni patologiche parte dal cibo.
– Hara hachi bu: “pancia 80% piena”. Bisogna alzarsi da tavola ancora con
un leggero appetito. Questo comporta che gli Okinawesi sono soliti mangiare
solo l’80% di quello che il loro appetito li spingerebbe a fare.
– Kuten gwa: “porzioni piccole”. Mangiare piccole porzioni di diverse pietanze
piuttosto che una sola grossa porzione di un unico alimento per una dieta il
più varia possibile.
L’alimentazione rispetta
tutte le regole di base della sana alimentazione raccomandate dagli esperti.
Tra gli alimenti
cardine ritroviamo patate
dolci come fonte primaria di carboidrati o il riso
integrale cotto a vapore (in alternativa servono la soba, cioè un impasto di grano saraceno
integrale), tanti vegetali
e legumi,
consumo moderato di pesce
e solo occasionale di carne
magra e formaggi.
Tradizionalmente non esiste l’abitudine di assumere latte. Anche i dolci sono
ridotti al minimo. E persino la frutta: si coltiva poco ed è considerata un
cibo quasi di lusso.
Oltre al consumo di
cibi naturali dall’alto valore nutrizionale, la restrizione calorica riveste un
ruolo di fondamentale importanza. Secondo delle statistiche la dieta
tradizionale degli abitanti di Okinawa apporta il 20% di calorie in meno
rispetto alla media giapponese.
Se si prendono in considerazione i
LARN, cioè i livelli raccomandati di assunzione dei vari nutrienti, e quindi la
quantità di calorie da assumere in rapporto a sesso ed età, un aglio indicativo
del 25-30% è indice di un regime di restrizione calorica.
Quali effetti si rilevano da un
regime di questo tipo?
Si è visto che la Restrizione
Calorica è in grado di:
·
Migliorare la sensibilità verso l’insulina,
ormone coinvolto nell’intolleranza al glucosio (come nel diabete);
·
Ridurre i livelli di colesterolo e trigliceridi
e migliorare il livello del colesterolo HDL (il cosiddetto
colesterolo buono);
·
Migliorare l’attività delle telomerasi,
enzimi che proteggono il nostro DNA dall’invecchiamento;
·
Contrastare l’abbassamento dei livelli di DHEA, un ormone
che diminuisce con l’invecchiamento, aumentando il rischio di alcune patologie;
in questo modo la caloric restriction contrasta l’endocrino-senescenza;
·
Abbassare l’infiammazione, combattere
lo stress ossidativo e contrastare l’immuno-senescenza;
·
Contrastare le malattie neuro-degenerative e la loro
progressione;
·
Ridurre i danni a livello del DNA e migliorare
l’espressione genica, favorendo l’attivazione di geni “benefici” e lo
spegnimento di geni sfavorevoli. Questi cambiamenti nell’espressione dei geni
sono i principali responsabili delle conseguenze positive sulla salute e
sull’aspettativa di vita ad essa correlabili. Ad esempio aumenta l’espressione
di geni associati ai meccanismi DNA-repair e di geni che stabilizzano il DNA
(come Sirt-1);
·
Stimolare l’autofagia, un processo
che permette di eliminare sostanze che si accumulano dentro alla cellula con
l’età provocando numerosi danni. La restrizione calorica induce autofagia contribuendo
a migliorare l’idoneità e la funzionalità metabolica della cellula;
·
Si mostra capace di riprogrammazione cellule staminali e nel prolungarne la
capacità di auto-rinnovarsi, proliferare, differenziarsi, e sostituire le cellule
in diversi tessuti adulti.
Sono tuttavia necessari ancora ulteriori studi per comprendere
appieno le interazioni tra introito calorico e composizione della dieta nel
modulare i percorsi metabolici e molecolari che regolano la salute e la
longevità.
Lungi dalla promozione di diete che prevedono tagli
netti e drastici, il mio intento è quello di informarti che anche nell’epoca
del consumismo, dove vi è sempre più tendenza al cibo confezionato e raffinato,
tu puoi fare la tua scelta consapevole, nella qualità e nella quantità.
Inoltre, all’atto pratico moderate quantità di cibo
a pasto ti permetteranno di avere una più facile digestione rimanendo più
vigile ed attivo nelle tue mansioni giornaliere.
Ti ho voluto riportare l’esempio di Okinawa per
ricordarti come le buone abitudini a tavola siano un investimento sulla salute
a lungo termine.
Prenderne consapevolezza ci permette di lavorare indirettamente
sui processi d’ invecchiamento e di accumulo di danno cellulare, responsabili
dello sviluppo delle più comuni patologie croniche.
La mia #HANDFORLIFE
per te!
Giulia
Sollima D.O
REFERENCES
- Bradley J
Willcox, Donald Craig Willcox, Makoto Suzuki. Demographic, Phenotypic, and Genetic Characteristics of Centenarians in
Okinawa and Japan: Part 1-centenarians in Okinawa. Mech Ageing Dev. 2017
Jul.
- S Miyagi , N
Iwama, T Kawabata, K Hasegawa .Longevity
and Diet in Okinawa, Japan: The Past, Present and Future.Asia Pac J
Public Health, 2003.
- D Craig Willcox, Bradley J
Willcox, Wen-Chi Hsueh, Makoto Suzuki .Genetic Determinants of Exceptional Human Longevity: Insights From the
Okinawa Centenarian Study . Age (Dordr) 2006 Dec.
- Dr. Damiano Galimberti. La
medicina dell’aging e dell’antiaging . Gen 2016
REFERENCES
- Bradley J
Willcox, Donald Craig Willcox, Makoto Suzuki. Demographic, Phenotypic, and Genetic Characteristics of Centenarians in
Okinawa and Japan: Part 1-centenarians in Okinawa. Mech Ageing Dev. 2017
Jul.
- S Miyagi , N
Iwama, T Kawabata, K Hasegawa .Longevity
and Diet in Okinawa, Japan: The Past, Present and Future.Asia Pac J
Public Health, 2003.
- D Craig Willcox, Bradley J
Willcox, Wen-Chi Hsueh, Makoto Suzuki .Genetic Determinants of Exceptional Human Longevity: Insights From the
Okinawa Centenarian Study . Age (Dordr) 2006 Dec.
- Dr. Damiano Galimberti. La
medicina dell’aging e dell’antiaging . Gen 2016.
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